Ruote in Pista n. 2132 - Salone di Bangkok

  • 13 anni fa
Salone di Bangkok

L'idea del Salone di Bangkok è da attribuire all'editore Prachin Eamlumnow che nel maggio 1979 ebbe l'intuizione di mostrare al pubblico thailandese quanto di meglio l'industria dell'auto avesse da offrire. Giunto alla 32a edizione, il Motorshow di Bangkok è oggi il Salone più importante di tutta l'Asia con oltre due milioni di visitatori nel 2010.
Presenti tutte le principali Case automobilistiche straniere ad eccezione dei brand più esclusivi come Ferrari, Lamborghini & Co., forse in virtù dei pesanti dazi doganali che gravano sulle importazioni (circa il 100%) che rendono di fatto le nostre fuoriserie praticamente inarrivabili anche ai sempre più numerosi ricchi thailandesi. I dazi doganali non impediscono però di vedere su strada sempre più spesso auto come Mercedes, Audi e BMW, che pure costano milioni di Bath, mentre la maggior parte del circolante è giapponese.
Non a caso tutti i principali costruttori del Sol Levante possono contare su impianti produttivi locali che permettono di offrire prezzi d'acquisto concorrenziali e fanno della Thailandia il maggior produttore al mondo di pick-up, uno dei mezzi a quattro ruote preferiti nella zona, facendo di Bangkok la "Detroit dell'Est".
Proprio questa tipologia di veicoli domina la scena degli stand, a cominciare dalla prima mondiale del prototipo Chevrolet Colorado. Il Salone di Bangkok ha rappresentato per la Casa americana l'occasione ideale per celebrare il centenario esponendo i pick-up che hanno segnato la sua storia. "Superior" serie X del 1926, "Serie 3100 Stepside" del 1956 e il pick-up che ha partecipato alla 10.000 miglia 'Old Way Expedition' del 2005 facevano da degna cornice alla showcar Colorado che delinea l'orientamento futuro di Chevrolet. In bella mostra sullo stand anche la Cruze WTCC campione del mondo 2010 a calamitare il folto pubblico e gli obiettivi dei fotografi.
Costruito sul premiato DNA di marca, Colorado ha una carrozzeria extended cab su meccanica a trazione integrale con motore 2,8 litri diesel ed è stato sviluppato partendo proprio dalle esigenze del mercato thailandese. L'attenzione ai mercati del Sud-Est asiatico è testimoniato anche dalla presenza di marchi come Ford, Nissan, Mitsubishi, Mazda, Isuzu, ma non mancano produttori cinesi (come Chery) e malesi (come Proton) e naturalmente i costruttori premium europei: BMW, Porsche, Mercedes, Lexus, Volvo e Jaguar.
Non mancano neppure le due ruote con i maggiori marchi rappresentati direttamente attraverso le proprie filiali. Kawasaki, Yamaha, Honda, Suzuki, ma anche Wuling Motors e vari produttori locali a dir poco originali che espongono moto più simili a giocattoli che a veri mezzi di trasporto. In effetti, il mercato è ancora dominato dai ciclomotori a ruota alta e stretta, anche in virtù della forte tassazione che grava sulle due ruote. Un mercato ghiotto quindi per la nostra Piaggio che è infatti presente al Salone con uno degli stand più belli, ovviamente all'insegna del "Made in Italy". Vespa è già diventato l'oggetto del desiderio della giovane borghesia thai.
La sempre crescente necessità di mobilità dei mercati emergenti deve fare i conti con alcuni fattori chiave quali l'inquinamento, la congestione del traffico ed i costi esorbitanti di acquisto e mantenimento di auto e moto, ma resta un percorso obbligato. Se si proietta l'andamento del PIL della Thailandia sulle aspettative di crescita delle vendite, ci si rende conto della velocità con cui il mercato si sta sviluppando. Ma di propulsione ibrida e elettrica si parla ancora molto poco.
La tendenza è piuttosto quella di affrancarsi dalla dipendenza dal petrolio di importazione e sfruttare piuttosto i ricchi giacimenti di gas a nord del Paese. Anche in questo senso il Made in Italy si fa apprezzare attraverso la massiccia presenza dei maggiori produttori di sistemi di alimentazione e di conversione a gas. Un esempio? Gli oltre 5.000 taxi di Bangkok viaggiano a GPL! La risposta giusta per la mobilità sostenibile del futuro potrebbe quindi arrivare da Oriente, con una ricetta peraltro già ben nota anche da noi.

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