Suicidio assistito, l'ultimo messaggio di Elena: "Ero a un bivio: ho scelto la Svizzera e non l'inferno"
  • 2 anni fa
"A un certo punto della mia vita ho dovuto scegliere se, trovandomi davanti a un bivio, volevo percorrere una strada più lunga, che però portava all'inferno, o se invece volevo percorrere una strada più breve che mi avrebbe portata qui a Basilea". A parlare è Elena, malata terminale a cui circa un anno fa è stato diagnosticato un male incurabile, e che oggi ha scelto di morire in Svizzera. "Non ho nessun supporto vitale per vivere - spiega - solo una cura a base di cortisone".



Per questo, come spiega nel suo ultimo videomessaggio, ha deciso di rivolgersi all'associazione Luca Coscioni: "Ho deciso di mettere in pratica una convinzione che avevo già in tempi non sospetti - assicura - Mi sono rivolta a Marco Cappato perché non volevo che i miei cari potessero essere accusati di avermi istigata a prendere una decisione che è solo mia".



È stato un viaggio lungo oltre otto ore, dal Veneto alla Svizzera, un viaggio reso necessario dal fatto che Elena non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia perché la sentenza della Corte costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale."Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e, quindi, ho dovuto venire qui da sola"