CN24 | Crotone, strage di "Margherita". Presi i killer del piccolo Dodò

  • 13 anni fa
http://www.cn24.tv Venerdì 23 Aprile 2010 | In questa edizione di Report24: Crotone, strage di "Margherita". Presi i killer del piccolo Dodò Otto arresti per 'ndrangheta, decimata la cosca dei Tornicchio I carabinieri del Comando provinciale di Crotone hanno arrestato i presunti assassini di Domenico Gabriele, il bambino di appena 11 anni morto dopo essere stato ferito mentre giocava a calcetto, il 25 giugno dello scorso anno nella polisportiva Central Park in località Margherita, dopo tre mesi di coma. Il gruppo di sicari entrò in azione per uccidere Gabriele Marrazzo, 35 anni. Nell'agguato altre otto persone rimasero ferite. I provvedimenti restrittivi, con le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, munizioni e materiale esplodente, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato e strage, hanno colpito otto persone, sette già detenute e un minorenne. A sparare, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, sarebbero stati Andrea Tornicchio, 20 anni, e Vincenzo Dattolo, 26 , ai quali è stata contestata l'accusa di strage, oltre a quella di detenzione e porto in luogo pubblico di armi e munizioni. Ai due l'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dda di Catanzaro è stata notificata in carcere dove si trovano detenuti dal 25 settembre 2009 quando vennero arrestati nell'ambito dell'operazione 'Apocalypse now' insieme ad altre dodici persone, tutte appartenenti ad uno stesso gruppo malavitoso dei Tornicchio, operante nelle contrade a nord di Crotone. Già in quella indagine emergevano i contrasti per il controllo del territorio tra il clan dei Tornicchio, legato alla cosca Giglio di Strongoli, e Gabriele Marrazzo, referente di una cosca di Rocca di Neto. Proprio approfondendo quell'indagine gli investigatori hanno trovato riscontri sul coinvolgimento dei Tornicchio nella sparatoria di Margherita. A inchiodarli, fra l'altro, alcune conversazioni intercettate in carcere fra Francesco Tornicchio, il 31enne ritenuto a capo del clan, e i suoi familiari nelle quali si commenta l'esito della sparatoria e il delitto di Marrazzo. Nel corso dell'operazione di questa mattina i carabinieri del comando provinciale di Crotone hanno inoltre eseguito altre cinque ordinanze di custodia cautelare, con le accuse a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga e armi, a carico di altrettante persone affiliate al clan Tornicchio tutte già detenute nell'ambito dell'indagine 'Apocalypse now'. Si tratta di Francesco e Luigi Tornicchio, trentenni, Carolina Amodeo, 52 anni, madre dei Tornicchio, Piero Maneli, 21 anni, e Francesco Benincasa, 46 anni. Un altro provvedimento restrittivo per le medesime accuse è stato notificato ad un minore, accompagnato presso un centro di accoglienza a disposizione dell'autorità giudiziaria. "i killer non hanno esitato a sparare nel mucchio pur di colpire una sola persona", così il tenente colonnello Francesco Iacono, che guida il comando provinciale dei Carabinieri di Crotone, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il procuratore della Repubblica di Catanzaro Francesco Antonio Lombardo. Presente anche il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Salvatore Murone che ha sottolineato che "non è usuale vedere contestato il delitto di strage; questa gente ha sparato all'impazzata e i colpi hanno raggiunto dieci persone, di cui due rimaste uccise". Murone ha ricordato che la criminalita' organizzata opera esclusivamente per interesse e per denaro e anche in questo caso "lo scontro fra i Tornicchio e Marrazzo serviva per decidere chi doveva gestire il territorio". Dopo la strage e prima dell'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare 'Apocalypse now', Francesco Tornicchio, infatti, avrebbe incitato i suoi a cavalcare il momento; e in una lettera intercettata dagli invetigatori dell'Arma scrive: "adesso dovete far capire che su Cantorato dove passano i Tornicchio trema la terra e passa la lupara". Il primo commento della mamma del piccolo Domenico sugli arresti odierni: "Ringrazio le forze dell'ordine, che ci sono state vicine anche con umanità", ha sempre creduto nella giustizia ma, dice: "avrò pace soltanto dopo il processo, quando sentirò la sentenza di condanna". Sulla stessa scia anche il papà di Domenico, Giovanni Gabriele. 

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