Caffè, il maxi sequestro dei Nas tra chicchi contaminati e scaduti

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Attività sospese «per un valore di circa 11 milioni di euro, oltre 35.000 chili di caffè (del valore di circa 820.000 euro) sequestrati e 28.000 euro di sanzioni amministrative». Questo il bilancio dei controlli svolti nel mese di aprile dai Carabinieri del Nas di Bologna in una serie di aziende della filiera produttiva del caffè.  Le ispezioni, eseguite nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, hanno fatto emergere «diffuse irregolarità, soprattutto per quanto riguarda la presenza di micotossine nocive per l'uomo ed il riconfezionamento e la reimmissione in commercio di caffè con scadenza superata anche da anni». Complessivamente, dettagliano i militari, sono stati eseguiti «22 controlli, ravvisando criticità in 11 occasioni, specialmente nelle aziende delle provincie di Bologna e di Forlì-Cesena».  Nel forlivese, è stata sospesa l'attività di un'altra industria del settore: è emersa «un'infestazione da lucertole e roditori per la quale il personale aziendale aveva ritenuto di distribuire a terra, in più punti della torrefazione e a ridosso del caffè da lavorare o già lavorato, dei cartoni cosparsi di mastice e delle spennellate di colla direttamente sul pavimento, oltre a mucchietti di granaglie avvelenate». 

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