Autobianchi Stellina - 1964

  • 4 mesi fa
Autobianchi Stellina - 1964.
La Stellina fu la prima autovettura italiana di serie costruita in vetroresina. I suoi pregi più evidenti furono l'inattacabilità dalla ruggine (data l’assenza di zincatura o altri metodi di prevenzione, le autovetture erano spesso soggette a corrosione)[1], il peso leggero e la facilità di costruzione (data anche la derivazione da un esemplare economico e popolare come la Fiat 600). l telaio era del tipo cosiddetto "scatolato" in acciaio, con i pezzi di vetroresina applicati alle varie guide. Il primo difetto era, paradossalmente, la difficoltà nel riparare l'autovettura, vista la presenza di una rete di riparazioni non organizzatissima, ma comunque (lì dove fu venduta la vettura) rifornita dei macchinari necessari. C'era anche una forte diffidenza degli italiani verso la plastica. Con queste premesse, parecchi sconsigliarono l'acquisto di un'auto che aveva un valore comunque grandioso, dal punto di vista stilistico ed anche meccanico, dato che esplorava una filosofia nuova in campo automobilistico, ma che, come le grandi rivoluzioni, verrà capita solo tempo dopo. Il prezzo era poi proibitivo, tanto da indirizzare il marketing verso un target tipicamente femminile, quello di signore ricche e facoltose. Infatti la vetroresina non ebbe successo fra gli uomini italiani, che si aspettavano di più da una autovettura che costava ben 993.000 lire (prezzo riferito alla Stellina 800).
La produzione era comunque standardizzata come in tutte le spider dell'epoca: tetto in tela (non presente l'HardTop; sebbene alcuni prototipi siano stati effettivamente messi in commercio) con lunotto in plastica, colori lucidi contrastanti con l'interno, interni curati in finta pelle (skai per l'esattezza), di colore marrone o nero (disponibile solo sul rosso; altri colori non erano disponibili neanche a richiesta). Tra i (pochi) optional: radio, pneumatici a fascia (fianco) bianca, portapacchi in tubi cromati (alcuni, di produzione artigianale, con staffe di decoro in legno), marmitta Abarth (quest'ultimo non ufficiale, ma quasi sempre offerto data la fama, e anche data la conformazione sportiveggiante della vettura), ruote Borrani a raggi (ufficiali; altri tipi di ruote in lega, e cioè tutte quelle costruite per la Fiat 600, erano ordinabili). La prima serie fu prodotta in 343 esemplari. Per prima serie s'intendono i primi esemplari (comunque la maggior parte, dato il minimo, ma numeroso, rispetto alla produzione numerica, successo iniziale) che avevano la meccanica completamente derivata dalla 600D, quindi con motore da 767 cm3. Nonostante le modifiche, la Stellina e la Stellina 800 erano identiche. Avevano anche il motore marchiato comunque 100D.000, dato la mancanza di dati ufficiali sul motore da 800 cm³, di cui non si sa il tipo; cioè quindi come il precedente e, dunque, quello della 600D; tuttavia l'aumento di cilindrata sta nell'alesaggio a 63mm.