Vitali spa: costruire con meno consumi si può, ecco come facciamo

  • 5 mesi fa
Peschiera Borromeo, 6 dic. (askanews) - Dal 1980 a oggi, in Europa, gli eventi climatici avversi hanno causato almeno 560 miliardi di euro di danni. In Italia, ciascun cittadino ha perso 1.500 euro a causa di danni collegati ad alluvioni, uragani, frane, ondate di calore o di freddo. Sono dati dell'Ispi citati nel corso della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità di Vitali Spa, gruppo che opera nei settori del mercato immobiliare, demolizioni, grandi infrastrutture e produzione energie rinnovabili.Tra i risultati ottenuti dall'azienda, il 99% di recupero dei rifiuti su alcuni grandi progetti, 366mila tonnellate di materiali di recupero reimmessi nei processi produttivi, meno 16% di consumi energetici, 60% dei fornitori di provenienza locale, 97% di lavoratori a tempo indeterminato.Sono sempre di più le aziende che mettono al centro la sostenibilità. Per Eleonora Sablone, Ceo di As sustainible as possibile e membro del board di Vitali Spa, i costi rilevanti di questa scelta sono da considerarsi un "investimento strategico". "Assolutamente sì, non va inteso come un costo. E' un investimento in qualche modo anche necessario - spiega Sablone - Investire in sostenibilità significa mettersi al riparo dai rischi di transizione, mettersi in una posizione di vantaggio sul mercato, essere riconoscibili come aziende di valore, come aziende responsabili; andare quindi maggiormente incontro al consumatore, al Btc ma anche al Btb e a breve, come oggi ci veniva ricordato. Consideriamo anche che tutte le grandi imprese del corporate saranno tenute a servirsi solo di fornitori con un background e un dna sostenibile".Per il suo impegno a rendere la sostenibilità parte integrante dei processi industriali, Vitali Spa ha ottenuto il riconoscimento del Sustainability Award di Kon Group ed Elite. E l'obiettivo per il 2024 è di diventare una società benefit. Ma il messaggio è rivolto anche alle Istituzioni, affinché aggiornino ad esempio norme che impediscono il riutilizzo di acque e materiali. Lo spiega Massimo Vitali, presidente del gruppo omonimo: "Normalmente le istituzioni non sono ancora allineate a queste filosofie. Quando procediamo nella realizzazione di un cantiere vediamo immediatamente tutte le possibilità di riutilizzo delle materie prime e secondarie e dei rifiuti prodotti dal cantiere stesso, perché abbiamo tecniche di riutilizzo". Per Vitali, "sicuramente le norme devono essere aggiornate per i casi in cui c'è la possibilità di introdurre queste metodologie: noi siamo eccellenti nell'utilizzo sia delle acque che dei materiali. Abbiamo dimostrato che arriviamo addirittura al 99%, deve essere una pratica regolare e regolata".

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