Manchevski: "Nel mio Paese vittima di repressione ma non mollo"

  • 6 mesi fa
Roma 14 nov. (askanews) - Il regista macedone Milcho Manchevski, Leone d'oro a Venezia per "Prima della pioggia", è stato ospite a Roma del Balkan Film Festival dove ha presentato il suo "Kaymak". Un film sull'eterna ricerca dell'amore, tra infedeltà e libertà sessuale, che affronta anche questioni come la genitorialità surrogata e il ruolo della donna nella società."E' una critica all'ipocirisa della borghesia, raccontata attraverso due storie d'amore non convenzionali. E' la storia di due famiglie, una ricca e una povera, che vivono nella Skopje di oggi, che è una città che assomiglia a una pentola a pressione, con cantieri ovunque".I film di Manchevski, da "Prima della pioggia" ad oggi, sono tutti frutto di coproduzioni europee ma il regista è vittima di censura nel proprio Paese. Il suo "Kaimak" è stato bloccato in Macedonia, mentre tanti cineasti e autori dall'ultima Mostra di Venezia hanno diffuso una lettera pubblica per sostenerlo."Io sono stato fatto oggetto di una repressione politica. Ho denunciato l'Ente per il cinema in Macedonia per corruzione. Io dico sempre la mia nei miei film, non seguo le imposizioni imposte dal partito. La corruzione in Macedonia è un problema enorme, però non sono riusciti a farmi tacere". La censura sta boicottando anche il suo prossimo film, "Living in Copacabana". "E' la storia di due fratelli che rubano busti di bronzo per vivere, un road movie sull'aiuto reciproco, per le strade di Skopje. Quattro Paesi balcanici si sono fatti avanti per produrlo ma è stato bloccato dal partito al governo nel mio Paese. Spero di iniziare a girare l'anno prossimo a meno che io non finisca in prigione".

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