Motta si racconta e riparte con "La musica è finita"
  • 6 mesi fa
Milano, 24 ott. (askanews) - Milano, 25 ott. (askanews) - Motta riparte col suo nuovo album che esce dopo un periodo di silenzio fatto di scrittura e studio, "La musica è finita" è il frutto di una fase creativa e di contaminazione."Sì un lavoro durato tre anni, ma anche 37 si chiama "La musica è finita" è un disco diverso dagli altri pieno di collaborazioni, che per me è una cosa abbastanza nuova"Con lui ci sono Willie Peyote, Giovanni Truppi, Jeremiah Fraites e Ginevra. In questo lavoro la musica finisce e riparte, si trasforma, il sound cambia, ma nonostante tutto porta la firma inconfondibile di Motta."Ho fermato un certo tipo di periodo anche della mia vita in cui ho detto che un certo tipo di cose sono finite ed è inutile assolutamente andarle a cercare per forza. Questa cosa mi ha liberato molto e paradossalmente sono stati forse gli anni in cui ho vissuto più in studio, ho fatto più musica da quando ho iniziato a suonare".Nell'album c'è tutta la sua visione del mondo e della società. Non fa misterio del suo impegno politico e proprio perché non gira lo sguardo altrove, nel tour italiano che parte con l'uscita dell'album ha voluto Emergency, l'Ong sarà presente ai live con dei banchetti."A prescindere da questo momento storico e da quello che sta succedendo in questi in questi anni ho creduto tanto nell'approccio di Emergency, nel fatto che loro lavorano sempre in situazioni di emergenza".Un modo per scuotere le coscienze."Tutte le canzoni sono in qualche modo politiche dal momento in cui uno si assume le responsabilità di descrivere una canzone. Deve essere chiaro è il proprio punto di vista e quindi qualche modo ho sempre cercato di far capire come la penso, di avere un certo tipo di valori. Insomma mi sembra alla luce del sole che siano valori di sinistra".Per Motta la situazione politica italiana è comunque fonte di ispirazione per continuare a combattere per ciò in cui crede."Sono molto preoccupato perché rispetto a tanti anni fa un certo tipo di pensieri erano mascherati almeno da un certo tipo di pudore che adesso non c'è. Mi ricordo un periodo in cui c'era almeno un senso di latente paura e vergogna nel dire certe cose che invece adesso sono giustificate da un governo che non condivido assolutamente".
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