Diastasi addominale, una patologia a tutela delle donne

  • 7 mesi fa
Milano, 13 ott. (askanews) - Molto più di un problema estetico. La diastasi addominale è una patologia che riguarda oltre 100 mila donne in Italia ogni anno. Un problema sottovalutato e sottostimato, con implicazioni a livello sanitario e anche istituzionale di cui si è discusso nell'evento "La Governance della diastasi addominale", tenutosi presso l'Ospedale San Raffaele di Milano promosso da Motore Sanità con il contributo di BD. E a ribadire l'importanza dell'occasione è stato Pierpaolo Sileri, Primario dell'Unità di Chirurgia Colonproctologica e Malattie Infiammatorie croniche Intestinali del San Raffaele di Milano."È necessario introdurre e far conoscere dei percorsi assistenziali, migliorando ciò che già abbiamo. Dobbiamo comprendere il trattamento di patologie vecchie, ma che oggi hanno dei nuovi trattamenti che portano ad una convenienza doppia da parte del paziente e del servizio sanitario nazionale". Le donne che soffrono di diastasi addominale soffrono di un disturbo funzionale che porta a mal di schiena, incontinenza urinaria, aleterazione delle funzioni gastrointestinali e altri sintomi che ne fanno una patologia vera e propria, sebbene la difficoltà nell'ottenerne il riconoscimento ufficiale. Abbiamo parlato con Alessandro Carrara, Dir. U.O. Chirurgia Generale Rovereto-Arco: "Un ruolo fondamentale lo riveste l'informazione. Il modo in cui noi possiamo essere vicini ai pazienti, poi da un punto di vista istituzionale dobbiamo cercare di dargli un riconoscimento che permetta a questo tipo di chirurgia di essere un'offerta sostenibile da parte del sistema sanitario nazionale". Decisivo e cruciale il tema della sensibilizzazione su una problematica sempre più importante e che coinvolge un numero sempre maggiore di donne. Ha parlato infine Michele Carlucci, IRCCS Ospedale San Raffaele Milano: "Da un punto di vista chirurgico la nostra difficoltà è quella di far accettare come patologia questo tipo di condizione e quindi di rendere la chirurgia sostenibile". Cercare quindi di informare il più possibile, per ribadire con forza la salvaguardia dei diritti di tutte le donne e le mamme d'Italia.

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