Corte suprema Usa dà ragione a creatrice di siti che non lavora per gay

  • 10 mesi fa
Washington, 30 giu. (askanews) - La Corte suprema americana, a maggioranza conservatrice, ha dato ragione ad una realizzatrice di siti web che si rifiuta di farli per i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Secondo i giudici chi fornisce servizi creativi può invocare la "libertà di espressione" per non andare contro "ai propri valori".Una sentenza controversa - "La Corte così indebolisce le leggi anti discriminazione" ha commentato il presidente Biden - che si va ad aggiungere ad almeno altre due che negli ultimi giorni negli Stati Uniti hanno provocato molte polemiche."Giustizia è la cancellazione del debito, giustizia è il college gratis, perché l'educazione è un diritto", dice questa ragazza durante una delle proteste di fronte alla Corte, che ha annullato il piano della presidenza Biden per cancellare i debiti contratti dagli studenti durante gli anni universitari, una delle sue grandi promesse elettorali.Riguarda sempre le università l'altra sentenza che sta facendo discutere: la Corte, accogliendo dei ricorsi contro alcuni atenei come Harvard, ha stabilito che i college non possono più usare l'etnia come criterio di ammissione, eliminando dunque la cosiddetta "affirmative action", una "discriminazione positiva", che per decenni è servita ad aprire le porte dei livelli più alti dell'educazione alle minoranze.

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