Prezzi più alti, carrelli più vuoti ma alcuni prodotti resistono
  • 10 mesi fa
Milano, 19 giu. (askanews) - La strategia di spesa messa in atto dagli italiani di fronte all'inflazione ha alleggerito i carrelli e inevitabilmente appesantito il portafogli. Ma ci sono significative eccezioni. A metterle a fuoco è la nuova edizione dell'Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha analizzato l'andamento delle vendite di quasi 133 mila prodotti di largo consumo, pari a oltre l'82% delle vendite di supermercati e ipermercati italiani nel 2022. Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy: "Quello che è successo dipende un pochino dalla fascia di prezzo dei prodotti: chi anche qua ha resistito di più sono i prodotti di fascia alta che hanno avuto un minore impatto nei volumi a differenza dei prodotti più di base che a quel punto non potevano andare sotto e hanno subito per quella fascia di consumatori una riduzione dei volumi". Se la tradizionale resistenza degli italiani di fronte al cibo di qualità si è incrinata sotto il peso dell'inflazione, come si accennava ci sono prodotti che sono sfuggiti alla mannaia del risparmio. L'Osservatorio Immagino, infatti, nell'approfondire anche in questa 13esima edizione il tema della convenienza mostra come nelle 12 categorie di prodotto alcune sono considerate irrinunciabili dagli italiani: "Alcuni prodotti che portano claim che fanno riferimento evidentemente a priorità per il consumatore importanti - spiega Cuppini -e faccio riferimento ai claim pochi zuccheri, il tema della presenza di proteine e il tema delle intolleranze e prodotti senza lattosio ebbene questi claim hanno resistito non hanno subito cali di volume". Questo però non vale per altri prodotti che pure, prima della crisi dei prezzi, erano un traino per le vendite nel largo consumo: "Chi ha invece un pochino subito questa situazione sono i prodotti che portano dei trend che sono tradizionali - sottolinea - per esempio l'italianità ha subito per certi versi un rallentamento come anche i prodotti bio". In questo borsino delle categorie di prodotto, la convenienza "strillata" in etichetta non sembra avere molta presa sui consumatori: i circa 6.700 prodotti che riportano claim riconducibili al risparmio, infatti, hanno subito un calo a volume di oltre l'11%: "L'impatto non è stato significativo anche perché cozza un po' con la reazione del consumatore: davanti a un prodotto che ha un prezzo chilo più basso, perchè la confezione è più grande, si scontra col fatto che devo fare scorte e invece vado più spesso al negozio, compro meno pezzi e non mi metto in casa confezioni che durano tantissimo". In questo clima di estrema attenzione allo scontrino finale, però, il segnale positivo arriva dal fronte della sostenibilità:"La sostenibilità per fortuna resiste - conclude Cuppini - se consideriamo la sostenibilità dal punto di vista del packaging, la composizione e il fatto che sia riciclabile o biodegradabile questo ha mantenuto quei trend positivi del passato anche questa credo sia una buona notizia".
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