Scompenso Cardiaco, migliorare presa in carico e accesso a cure

  • 2 anni fa
Roma, 21 ott. (askanews) - Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni di persone in Europa, con una prevalenza dell'1-2% ma che supera il 10% dopo i 70 anni. Una patologia cronica con nel 50% dei casi, esito fatale entro cinque anni dalla diagnosi. Che in Italia è la causa principale di ospedalizzazione degli over65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico molto rilevante. Se ne è discusso in un webinar dedicato alla situazione della patologia in Veneto nell'ambito di una serie di tavoli a livello regionale organizzati da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly.Claudio Bilato - Presidente dell' Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri Regione Veneto: "Lo scompenso è quello che si chiama un'epidemia crescente: i pazienti crescono anno dopo anno. All'incirca credo che attualmente le prevalenza scompenso in Italia ma anche nei Paesi occidentali e anche nel Veneto si aggiri tra l'1.8% e il 2%, Ovviamente la percentuale aumenta moltissimo nei pazienti che sono anche di età avanzata. Aumenta con l'età. Altra cosa importante lo scompemso è la causa principale di ricovero e quindi è sicuramente una patologia estremamente importante. Nel Veneto abbiamo circa attualmente 70.000 pazienti che sono affetti da scompenso cardiaco e ogni anno a questo numero si aggiungono circa 2/3mila ulteriori soggetti.In Veneto - spiega - vogliamo sviluppare un modello a vari livelli basato sull'ultimo documento della nostra Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri che riguarda tre livelli di ambulatorio dello scompenso: uno strettamente legato al territorio, un secondo all'interno delle cardiologie e il terzo all'interno dei centri dedicati dello scompenso cardiaco avanzato in cui c'è la possibilità di fare trapianti e assistenza ventricolare"."Servono due cose: una maggiore comunicazione tra gli operatori sanitari che lavorano nell'ospedale, sia medici che infermieri perché lo scompenso è una patologia che chiede un approccio multidisciplinare e multiprofessionale, maggiore comunicazione tra quelli che lavorano all'interno dell'ospedale e i colleghi che lavorano nel territorio e quindi una maggiore integrazione e interazione tra ospedale e territorio", chiarisce.La nuova riforma sposta infatti sul territorio gran parte dell'assistenza sanitaria per le malattie croniche, prevedendo Case della salute o di Comunità dove sia realizzata una interazione fra medici di famiglia e assistenza sanitaria specialistica .Manuela Lanzarin, Assessore a Sanità - Servizi sociali - Programmazione socio-sanitaria, Regione del Veneto: " Oggi la programmazione Veneta prevede 99 Case di comunità in fase di realizzazione come la previsione PNRR noi però partiamo già da 77 medicine di gruppo integrate che sono i team di medici che lavorano e collaborano insieme in cui il percorso relativo allo scompenso cardiaco già fa parte degli obiettivi che sono inseriti all'interno di questi gruppi di medici di base. E' chiaro che dovremo sempre più rafforzare, quindi anche attraverso le nuove Case di Comunità, quella che è una presa in carico totale a 360 gradi, soprattutto rispetto alle persone con cronicità".Quale, dunque, la strada migliore da intraprendere per garantire un 'assistenza adeguata ed equo accesso alle cure, soprattutto quelle innovative. "L''integrazione in primo luogo - sottolinea l'assessore - quindi la collaborazione , la condivisione dei percorsi, l'aggiornamento rispetto ai dati, la condivisione - per quanto possibile in base alla legge della privacy e quant'altro - dei dati e delle cartelle cliniche. Insomma una circolazione maggiore di quelle che sono rispetto agli specialisti che prendono in carico una persona con insufficienza cardiaca tutte le varie fasi, che non possono prescindere anche però da un'attività molto importante anche preventiva rispetto al cercare di ridurre il più possibile l'insorgere di patologie di questo tipo, ma anche di accompagnamento".

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