Verona - Fallimenti pilotati e indebita percezione di fondi Covid: 5 arresti, sequestri per oltre 3 milioni (15.06.22)
  • 2 anni fa
https://www.pupia.tv - I finanzieri del della Compagnia di Legnago (Verona), nella giornata di venerdì 10 giugno, hanno sottoposto agli arresti domiciliari 5 persone (4 uomini e una donna) indagate per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale e alla percezione di erogazioni pubbliche per svariati milioni di euro. Oltre al provvedimento cautelare, emesso dal Tribunale di Verona, su richiesta della locale Procura, i finanzieri hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per un ammontare complessivo di oltre 3 milioni di euro.

Le indagini hanno preso le mosse circa due anni fa nei confronti di una società che in precedenza aveva sede in un’altra provincia veneta. Da subito sono emerse gravi anomalie fiscali. La società, attiva nel commercio di pellet e di ferro, pur risultando formalmente gestita da un mero prestanome, di fatto era amministrata da tre soggetti, appartenenti ad una famiglia di imprenditori del basso veronese. Questi ultimi, nel tempo, dopo aver utilizzato l’azienda come strumento per perpetrare un’ingente evasione fiscale, l’hanno portata al fallimento attraverso la distrazione sistematica di merci, beni strumentali e liquidità aziendale a favore di altre società (sempre riconducibili ai medesimi amministratori di fatto).

L’articolato metodo per frodare il fisco consisteva nell’operare, tramite la predetta azienda (poi fallita), acquisti fittizi di merce e successive false cessioni intracomunitarie verso società estere di comodo, così ottenendo a favore della prima, in maniera indebita, lo status di esportatore abituale. Tale condizione ha comportato la generazione, in capo alla società, di un correlato plafond Iva (evidentemente non spettante proprio perché fondato su false cessioni comunitarie) utilizzato per acquistare beni senza il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto, permettendo così all’impresa di operare una concorrenza sleale rispetto agli altri operatori economici. Dopo il fallimento della società, i 3 soggetti – ritenuti dagli investigatori la mente della frode – hanno utilizzato una nuova società (rappresentata legalmente da un ex dipendente della fallita), sempre gestita da loro, che ha proseguito con il medesimo modus operandi.

Oltre ad emettere fatture per operazioni inesistenti per circa 15 milioni di euro, il sodalizio criminoso, attraverso la falsa attestazione dei dati di bilancio, ha richiesto e ottenuto illegittimamente anche 7 finanziamenti statali per l’emergenza Covid, per un ammontare complessivo di oltre 2 milioni di euro, anch’essi oggetto di sequestro. (15.06.22)
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