Bari - Frode Iva da 13 milioni su commercio pallet: scattano sequestri (18.05.22)

  • 2 anni fa
https://www.pupia.tv - La Compagnia della Guardia di Finanza di Monopoli ha individuato un’articolata “frode carosello”, basata sull’emissione e sull’utilizzo di fatture false, nella quale sarebbero coinvolte numerose imprese attive nel settore del commercio all’ingrosso di pallet. L’attività ha tratto origine dall’approfondimento di alcune anomalie emerse nel corso di una verifica e di un controllo fiscale nei confronti di una società e di una ditta individuale del sud-est barese, entrambe operanti nel settore economico di interesse.

Nello specifico, erano sorti sospetti sulla veridicità dei rapporti commerciali intercorsi, almeno a partire dal 2014, tra le imprese controllate e le molteplici controparti (clienti e fornitori) tutte accomunate dalle caratteristiche tipiche delle società “fantasma” (cosiddette “cartiere”): destinate ad essere cessate dopo brevissimi periodi di operatività, pur conseguendo crescite esponenziali del volume d’affari ed essendo prive di una reale organizzazione economica e di idonee strutture organizzative e mezzi aziendali; formale rappresentanza attribuita ad inconsapevoli “prestanome” o “teste di legno”; mancato assolvimento degli obblighi contabili, dichiarativi e di versamento delle imposte dovute.

Secondo l’accusa, le imprese pugliesi in questione si inserirebbero in un più ampio sodalizio criminoso che coinvolgerebbe oltre trenta soggetti economici dislocati su tutto il territorio nazionale e facenti capo a meri “prestanome”. Nell’ambito della frode fiscale, le imprese baresi acquisterebbero pallet usati dal mercato nero facendo emettere dalle “cartiere” le relative fatture, allo scopo di mascherarne la reale provenienza. Dal punto di vista finanziario, le provviste economiche per far fronte a tali costi, chiaramente sostenuti in denaro contante, sarebbero conseguite mediante l’emissione di numerose “autofatture”, sempre di importo inferiore ai tremila euro (limite di utilizzo del contante all’epoca dei fatti), alle quali farebbero sistematicamente seguito prelievi della liquidità necessaria presso gli istituti di credito di riferimento.

Nel complesso, la presunta frode fiscale avrebbe consentito alle due imprese baresi di evadere Iva, Ires e Irpef per oltre 6 milioni di euro. Pertanto, è stato eseguito il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili/mobili registrati nei confronti degli amministratori (di diritto e di fatto dei soggetti economici coinvolti), in capo ai quali sono stati ravvisati gravi indizi di reato per le fattispecie di “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, “emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” e “dichiarazione infedele”. (18.05.22)

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