La vita di San Francesco Saverio

  • 3 anni fa
Francesco Saverio, di nobile famiglia, nasce nel 1506 in Navarra (Spagna).

Viene chiamato il "S. Paolo delle Indie": Roma, Lisbona, Goa (India), Malacca (Malesia), Molucche (Indonesia), Giappone...
Oltre 62mila chilometri in dieci anni, per portare il Vangelo in tutto l’Oriente.

L’incontro con Ignazio di Loyola è più uno scontro. Ma l’amore per Cristo li trasforma in amici inseparabili.
Francesco Saverio è tra i fondatori della Compagnia di Gesù insieme a S. Ignazio.

Francesco Saverio diventa missionario “per caso”. Il gesuita che deve partire per l’India si ammala, e Ignazio decide di inviare il suo grande amico. Per tutta la vita Francesco segue la via - dell’Oriente e della fede - tracciata da Ignazio, che chiama “Padre dell’anima mia”.
Sa che non rivedrà più la sua terra e i suoi compagni. Ma la loro presenza lo accompagna sempre.

Francesco Saverio è un vero e proprio “conquistatore”…. di anime. Battezza 30mila persone, lascia comunità fiorenti ovunque passa.
Il suo carattere aperto e gioioso, la sua passione e il suo entusiasmo gli permettono di entrare in sintonia con le persone e le culture più diverse.

Francesco arriva in Giappone. È il primo missionario a entrare nel paese del Sol Levante ma è convinto che la “chiave” per la conversione dell’Estremo Oriente sia la Cina. Cerca di entrare nel grande paese asiatico, accordandosi con un mercante, ma si deve fermare prima di realizzare il suo sogno. Colpito da una violenta febbre, muore a 46 anni il 3 dicembre 1552 nell’isola di Sancian, nel Mar Cinese meridionale.

"Se in questa vita non ci vedremo più, Dio nostro Signore, ci riunisca nella gloria del paradiso, dove noi per sempre ci vedremo senza fine".
Pochi mesi dopo, il suo corpo viene riportato a Goa, in India, e ancora oggi riposa nella basilica del Bom Jesus.

Il suo braccio, secondo la tradizione popolare “stanco” per i tanti Battesimi, è a Roma, nella Chiesa del Gesù, davanti all’altare di S. Ignazio.

Nel 1622, Francesco Saverio viene proclamato santo insieme a Ignazio di Loyola.

Nel 1927 diventa patrono delle missioni insieme a S. Teresa di Gesù Bambino.

Consigliato