Savignano sul Rubicone (FC) - Usura, confiscati beni per 10 milioni (05.06.17)
  • 7 anni fa
http://www.pupia.tv - I finanzieri del comando provinciale di Rimini hanno dato oggi esecuzione ad un provvedimento di confisca emesso dalla Corte D’Appello di Bologna, cautelando immobili e terreni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, nei confronti degli eredi di G.B., residente a Savignano sul Rubicone, gravato da precedenti penali e sottoposto ad indagini dalla locale Procura per i reati di usura ed abusiva attività finanziaria e deceduto nel corso delle indagini.

Le indagini erano scattate a seguito della denuncia presentata presso gli uffici del Nucleo di Polizia Tributaria da un cittadino che chiedeva aiuto ai finanzieri affermando di essere vittima del reato di usura da parte di G.B.

Immediatamente i militari del Nucleo di Polizia Tributaria notiziavano la Procura di Rimini e, coordinati dal pubblico ministero Paolo Gengarelli, davano inizio alle indagini attraverso l’intercettazione di conversazioni telefoniche, l’escussione delle parti offese individuate, l’esecuzione di mirati accertamenti bancari e le perquisizioni dei luoghi nella disponibilità di G.B.

Le intercettazioni telefoniche, riscontrate oggettivamente attraverso sequestri di documentazione contabile, extracontabile ed all’escussione in atti delle parti offese, permettevano di accertare che l’indagato: aveva erogato prestiti di denaro a tassi usurari a numerose parti offese (tassi che variavano dal 85% al 958%); pur non essendo iscritto nell’apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia, aveva svolto attività di concessione finanziamenti attraverso risorse proprie ad una pluralità di soggetti.

Inoltre, le indagini economico patrimoniali permettevano di rilevare una discrepanza tra reddito prodotto e patrimonio posseduto. Il Pubblico Ministero inquirente, all’esito delle indagini, richiedeva nei confronti di G.B. la misura cautelare degli arresti domiciliari ed il sequestro preventivo dei beni di cui lo stesso, direttamente ed attraverso le società a lui riconducibili, era proprietario.

Nel corso delle indagini, infatti, particolare rilevanza assumeva la captazione di un’intercettazione telefonica in cui l’indagato manifestava al suo interlocutore l’urgenza di spogliarsi dei beni a lui riconducibili sentendo imminente la possibilità di essere colpito da un sequestro. G.B. è deceduto mentre la richiesta di misure personali e reali era pendente, pertanto il reato si estingueva.

Considerati i gravi indizi di reato emersi, i finanzieri eseguivano nuove investigazioni economico – patrimoniali finalizzate a proporre alla Procura Rimini nei confronti degli eredi la misura della confisca dei beni dei quali G.B. era risultato proprietario in maniera sproporzionata rispetto al reddito prodotto ed all’attività economica svolta.

Il pubblico ministero Davide Ercolani, condividendo le conclusioni a cui erano giunti i finanzieri, proponeva l’applicazione agli eredi universali della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni individuati dalle fiamme gialle riminesi del valore di 10 milioni di di euro.

Il Tribunale di Rimini, Sezione Misure di Prevenzione, pur rilevando che egli poteva rientrare nella categorie di soggetti socialmente pericolosi e che le indagini patrimoniali avevano evidenziato effettivamente una notevole discrepanza tra il valore dei beni, soprattutto immobili, di cui aveva la disponibilità, personalmente o attraverso le società di famiglia e i redditi personali dello stesso, anche cumulati con quelli dei propri congiunti e con gli utili delle società, rigettava la proposta di applicazione agli eredi della misura di prevenzione patrimoniale.

Il pubblico ministero Ercolani proponeva appello avverso la decisione del Tribunale di Rimini. La Corte D’Appello di Bologna, ha accolto ora l’appello del Pubblico Ministero ed ha emesso la misura di prevenzione disponendo la confisca di 10 terreni ubicati nei comuni di Savignano sul Rubicone del valore complessivo di euro 7 milioni e di un immobile ubicato nel comune di Rimini del valore complessivo stimato di 3 milioni di euro, che pertanto sono stati sottoposti a tale vincolo giudiziario dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini.

L’immobile confiscato è sede di un noto ristorante ubicato sul lungomare di Rimini, frazione Torre Pedrera, lasciato comunque nella disponibilità dell’attuale gestione risultata estranea ai fatti. (05.06.17)
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