La legge che regolarizza gli insediamenti israeliani spacca in due il paese

  • 7 anni fa
La legge israeliana sulla regolarizzazione degli insediamenti ebraici e le case edificate su terreni privati palestinesi in Cisgiordania ha spaccato in due il Paese. I palestinesi denunciano “un furto legalizzato” mentre alcuni israeliani difendono la legge sottolineando che mette in campo una forma di risarcimento per i proprietari espropriati.

“C‘è un beneficio per entrambe le parti. Per chi possiede la terra ma non può occuparla, in quanto riceve abbastanza denaro e può costruire da qualche altra parte, e per chi vive già lì perché non deve distruggere la propria abitazione. Succede in molte zone del mondo. Mi sembra una cosa buona e giusta”, spiega un residente di Givat Zeev.

La legge è stata fortemente contestata, secondo l’opposizione avrà come effetto quello di portare Israele avanti alla Corte Internazionale Penale dell’Aia.

“Legalizzare gli insediamenti significa che si creeranno ghetti e aree di segregazione in cui i palestinesi dovranno vivere. In altre parole, i palestinesi vengono soffocati. I residenti palestinesi vivono in queste zone che com‘è noto, in base a tutte le norme internazionali, sono terre palestinesi per il futuro stato palestinese”, dice un abitante di Hebron.

Il provvedimento, che desta numerose preoccupazioni internazionali, è stato definito dall’Organizzazione di liberazione della Palestina come “un ostacolo alla pace” e alla possibilità di una soluzione con due Stati.

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