Al Carnevale e sugli sci: la tecnologia si maschera e scende in pista
  • 10 anni fa
Sotto il costume la tecnologia. E’ la sorpresa che mai come quest’anno ha riservato il Carnevale di Rio: festa dove danze e colori sposano ormai pixel e bit.

Nella forma di software che ricordano quelli utilizzati in architettura, la tecnologia è entrata a pieno titolo nelle officine che progettano i carri per le parate.

“Questo programma ci permette di simulare il movimento del carro e vedere se rischierebbe di urtare degli ostacoli durante le sfilate – spiega l’architetto e progettista di carri per il Carnevale, Renato Silva -. Questo è particolarmente utile, perché quando escono da questa officina, non montano ancora tutti gli ornamenti e gli elementi laterali”.

“Bafafà” è poi lo scanzonato nome di una sorta di “applicazione-bussola”, concepita per aiutare la folla a orientarsi fra le mille attrazioni del Carnevale e capitalizzare così il tempo a disposizione.

“In questo modo ciascuno può consultare l’applicazione nel corso delle stesse parate e decidere a quale altra sfilata andare successivamente – spiega il numero uno di “Bafafà”, Ricardo Rabelo -. I giovani ne inanellano anche una decina al giorno, una vera maratona”.

A cosa servirebbe poi andare al Carnevale di Rio, se non si potesse subito mostrarlo agli amici?

E’ cavalcando quindi l’imperativo di Facebook del “mostrarsi per essere”, che un’applicazione permette quindi di condividere i propri “selfie” non solo tramite cellulare, ma anche sui maxischermi della manifestazione.

“Abbiamo creato un’applicazione gratuita per iPhone e Android – dice Bira Silva, uno degli esponenti del gruppo Beija Flor che l’ha concepita – che di fatto permette di seguire le parate in tempo reale – e ovunque al mondo – grazie alle fotografie, dei costumi, della gente, che i partecipanti possono caricare”.

Ed è così che una tecnologia che si vuole al servizio del Carnevale di Rio, sempre più permette di seguirlo comodamente da casa.

Temperature e paesaggi sono agli antipodi, ma Carnevale di Rio e piste innevate hanno ormai un punto in comune.

Le radici affondano nella quiete del college di Eton, nel Regno Unito, dove i diciassettenni prodigio Ed Hardy e Kit Logan hanno creato un’applicazione per smatphone che cataloga le caratteristiche delle piste e registra le prestazioni di ogni discesa.

“La gente è sempre più interessata ai dati che può raccogliere facendo sport – dice Ed Hardy -. Vuole sapere che velocità ha raggiunto facendo un determinato salto, l’altitudine del punto di partenza, o ancora il dislivello della discesa. Tutta una serie di informazioni di cui prima non era assolutamente al corrente”.

Fino a ieri sconosciuta ai più, la sete di conoscere – e condividere – tutti questi dati sembra già trasformarsi in bisogno sulle piste tedesche di Zugspitze. Nata dall’evoluzione di un sito, l’applicazione Edge è qui la fida compagna delle sempre più frequenti pause di molti sciatori.

“E’ divertentissimo – dice una snowboarder olandese -. Con questa applicazione puoi misurare la tua velocità e tanti altri parametri”.

Entusiasmo condiviso dagli sportivi più tecnologizzati che alla telecamera sul casco affiancano ormai anche il cellulare alla mano.

“La trovo divertente – dice uno di loro -. Faccio sempre una discesa molto ripida, qui. E mi sono sempre domandato che velocità riuscissi a raggiungere”.

Circa 600 gli impianti di sci di cui l’applicazione radiografa anche servizi e strutture ricettive. Un successo che ai due giovani sviluppatori ha già suggerito un’idea dalle prospettive quasi sconfinate: tentare il “fuoripista” ed estendere l’applicazione ad altri sport.
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