Napoli - "Bevi Napoli e poi muori", De Magistris denuncia L'Espresso (15.11.13)

  • 10 anni fa
http://www.pupia.tv - Napoli - De Magistris querela l'Espresso, reo, secondo il sindaco di Napoli, di aver diffuso notizie non veritiere in un servizio pubblicato oggi dal settimanale sulla presunta pericolosità dell'acqua bevuta in Campania.

Il primo cittadino spara ad alzo zero: chiederà 1 miliardo di euro alla rivista. La giunta approverà nella giornata odierna una delibera con cui da mandato all'Avvocatura comunale per agire "con la massima forza" per azioni civili e penali nei confronti del settimanale. Ad annunciarlo è lo stesso de Magistris in apertura del suo intervento in Consiglio comunale.

"Dopo i tentativi di impedire l'uscita de l'Espresso, adesso si passa alle azioni legali annunciate anche dal sindaco di Napoli. L'Espresso ribadisce quanto pubblicato, che si basa sui risultati dell'unico studio scientifico condotto sugli effetti dei rifiuti tossici in Campania". È quanto si legge in una nota del settimanale, che replica al sindaco. "Nel dossier della Us Navy, fondato su ricerche costate 30 milioni di dollari - sottolinea l'Espresso - sono esaminati anche i risultati dei controlli sulla rete idrica dei tecnici dell'Arin, che vengono ritenuti per metodologia e tecniche della campionatura non comparabili agli standard statunitensi. Per questo i test sono stati ripetuti dagli specialisti americani per valutare i livelli di 241 sostanze potenzialmente pericolose per la salute. Mentre, come riportato dal nostro giornale, le sorgenti che riforniscono gli acquedotti campani sono tutte di buona qualità, i risultati sull'acqua dei rubinetti presentano dati allarmanti".

"Anche nella città di Napoli, stando a questo studio, il 57 per cento dei rubinetti esaminati "pone rischi non accettabili" per la salute". "Prima di annunciare querele - prosegue il settimanale - sarebbe opportuno accertare se questi rischi individuati nel 2011 sono stati eliminati, partendo proprio dall'analisi di quello che esce dai rubinetti. Per poi estendere i riscontri ai vapori di gas tossici individuati nel terreno e alla situazione dell'aria, dove sono state scoperte sostanze cancerogene bandite da decenni".

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(15.11.13)

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