Sophiatown: la township mista cancellata dall'Apartheid rivive nella danza
  • 10 anni fa
“Sophiatown”, spettacolo in prima mondiale a Lione, in Francia, rende omaggio al sobborgo di Johannesburg simbolo della lotta contro l’Apartheid.

Fu uno dei centri della politica e della cultura sudafricana, dalla popolazione mista, dove i neri potevano possedere proprietà. Per questo negli anni ’50 fu cancellato dagli Afrikaner, con esodi forzati
Sophiatown fu ribattezzato “Trionfo” e abitato da soli bianchi.

“E’ tra le città che furono demolite nel 1955 in Sudafrica, dove la gente era abituata a vivere assieme in armonia”, spiega
Vusi Mdovi. “C’erano indiani, meticci. Pensiamo sia un modello che si può utilizzare oggi per festeggiare la democrazia. Per questo abbiamo voluto far rivivere quella vita”.

La compagnia “Via Katlehong” è stata fondata agli inizi degli anni ’90 nell’omonima township, ad est di Johannesburg, un altro centro di resistenza all’Apartheid. Nacque non solo come iniziativa artistica, serviva anche a strappare i giovani alla violenza e al crimine.

Il loro spettacolo alla “Maison de la Danse” di Lione fa parte dell’evento nazionale “Stagioni sudafricane in Francia”.
“Una delle caratteristiche più avvincenti secondo me è che sono le danze delle township, sono le danze urbane di oggi, davvero contemporanee”, afferma Dominique Hervieu, direttrice della Maison de la danse. “E questi balli hanno una vera forza sociale, hanno delle missioni nella società, innanzitutto combattere il banditismo, la violenza, la droga. I “Via Katlehong” fanno parte di coloro che hanno lavorato attivamente nelle township tentando di educare attraverso l’arte. Lo trovo molto commovente”.

Il repertorio va dallo swing all’hip hop al Gumboot, una danza inventata dai minatori sudafricani come forma di comunicazione segreta e che si pratica con stivali di gomma. A oltre vent’anni dall’abolizione dell’Apartheid, che inoltre restituì a Sophiatown l’antico nome, quanto conta ancora il colore della pelle? Vusi Mdovi sostiene: “Percepiamo ancora la discriminazione, ma in base a quanto ci raccontano i nostri genitori oggi va molto meglio. Il Sudafrica è ancora giovane e accadranno grandi cose”.

Mbali Nkosi, ballerina, afferma: “Adesso stiamo avendo l’opportunità di creare, di poter mostrare la danza della nostra township, non solo quella contemporanea, ma far conoscere le nostre tradizioni. E’ un’opportunità che non avremmo potuto mai avere durante l’Apartheid”.

Dopo la prima mondiale a Lione, “Sophiatown” continua la sua tournée in Francia.